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Le ragioni del Museo

L’attuale Museo della Ceramica “Casimiro Marcantoni” è stato realizzato grazie a un finanziamento della Comunità Europea, con il contributo della Regione Lazio e della Provincia di Viterbo. Il Museo documenta l’attività ceramica di Civita Castellana negli ultimi due secoli, ripercorre in particolare le tappe fondamentali dello sviluppo di quest’attività dalla fase artigianale, agli inizi dell’Ottocento, fino all’avvio della produzione industriale, negli anni Sessanta-Settanta del Novecento, un percorso caratterizzato da modalità lente e peculiari, tanto che la natura “artigianale” dell’impresa risulterà per lungo tempo il tratto distintivo dell’industria ceramica civitonica. Sono rappresentati vari aspetti afferenti a diversi ambiti disciplinari quali la storia del lavoro, l’archeologia industriale, la storia dell’arte e della tecnologia ceramica; il Museo si colloca pertanto all’interno di una tipologia mista in cui la sfera storico-antropologica e quella storico-artistica risultano complementari. La documentazione combina fonti e materiali di tipo classico (oggetti,documenti bibliografici e archivistici, fotografie) con le testimonianze orali registrate e filmate. Un prezioso contributo alla realizzazione del Museo, proprio nella fase di reperimento delle fonti orali, è stato dato dai ceramisti locali, specie i più anziani, che hanno collaborato con passione affettuosa e partecipe. La trattazione del tema nel suo complesso è in chiave antropologica: rappresentare la vocazione dominante della città corrisponde infatti a ricostruire la storia e la memoria della sua comunità;la valorizzazione di questo patrimonio culturale che fa riferimento al lavoro viene effettuata analizzando, oltre alla produzione concreta, anche gli aspetti immateriali, il modo soggettivo e collettivo di viverlo, i saperi e le strutture di esperienza che ha sedimentato. La precedente esposizione Il Museo, con un’ identica denominazione, esiste dal 1995 e ha avuto un precedente provvisorio allestimento, consistente nella semplice esposizione dei manufatti, nei locali del palazzo Petroni-Andosilla. Per la sistemazione definitiva, da realizzare secondo un adeguato progetto museologico e museografico, si attendeva infatti l’assegnazione di uno spazio idoneo, individuato poi nella sede attuale, l’ex chiesa dedicata a San Giorgio annessa all’Istituto d’Arte “Ulderico Midossi”. La raccolta del materiale documentario che ha consentito l’istituzione del Museo nel 1995 si deve a un gruppo di studiosi e ceramisti locali riuniti nell’A.C.A.S. ( Associazione Civitonica Arte e Storia G. Volpato), i quali si impegnarono in un lavoro paziente di ricerca volta a colmare il vuoto di testimonianze allora esistente sulla storia della ceramica locale. Una tale carenza di documentazione si può forse imputare al forte sviluppo industriale dell’attività negli ultimi decenni del Novecento che ha indotto nei civitonici una valorizzazione dell’aspetto socio-economico e una conseguente sottovalutazione di quello prettamente culturale. L’A.C.A.S. riuscì a costituire una collezione organica di oggetti ceramici, un archivio fotografico e un archivio di documenti cartacei. I manufatti, tutti provenienti dalle abitazioni private, furono donati dai proprietari all’Amministrazione Comunale; i documenti d’archivio e iconici sono stati messi a disposizione dall’ Associazione per questo allestimento museale ed hanno opportunamente integrato il materiale documentario reperito nel corso dell’indagine sul terreno. Il Museo e la comunità La storia del lavoro ceramico è fondamentale per la memoria collettiva di Civita Castellana e la memoria di una comunità è il presupposto della consapevolezza della sua identità. Una memoria del lavoro intesa sia come storia della produzione sia come condizione specifica di individui e della collettività, tempo di vita all’interno e all’esterno della fabbrica, sistema di relazioni sociali. La ricostruzione di questa memoria in ambito museale è chiaramente frutto di un processo di selezione e di interpretazione; il senso profondo che si vuole restituire con la rappresentazione del tessuto comunitario e identitario costituito dal lavoro ceramico mira soprattutto alla ricomposizione di un legame tra i vecchi ceramisti che ne sono protagonisti e i giovani che ne saranno i principali fruitori. Se il senso di un museo è sempre conservare e trasmettere memoria per il futuro, lo è a maggior ragione in questo contesto. L’attività ceramica è tuttora l’asse portante della realtà locale, ne costituisce, oltre che il passato, il presente e il futuro: il Museo può pertanto rappresentare un documento vitale, una ricchezza condivisa dalle vecchie e dalle nuove generazioni, un patrimonio per tutti i membri della comunità. Il contenitore Il Museo ha sede nell’ex chiesa di San Giorgio risalente agli inizi del XIII secolo, allora collocata fuori dal centro urbano, presso le pendici dello sperone tufaceo sul quale sorge la città. Restaurata agli inizi del XVI secolo, quando l’area venne urbanizzata, la chiesa subì modificazioni incisive delle originarie caratteristiche romaniche. Abbandonata definitivamente nel 1898, fu recuperata nel 1915-16 per insediarvi la Regia Scuola Professionale per l’Arte Ceramica. Il recente restauro della chiesa ha conciliato l’esigenza di preservare l’integrità strutturale e mantenere leggibile la partitura dello spazio interno con la irrinunciabile necessità di creare un percorso museale unitario e di immediata fruibilità. Il percorso museale Il percorso museale si snoda a ferro di cavallo lungo il perimetro dell’edificio e si conclude nella navata centrale. Si articola in una sezione introduttiva, collocata a ridosso dell’ingresso, e in quattro sezioni principali: le prime due a carattere storico-antropologico dal titolo La tradizione ceramica e Dalla manifattura alla fabbrica situate lungo la navata sinistra; la terza dal titolo Arte, artigianato, industria, legata agli aspetti tecnici e artistici della ceramica civitonica, collocata lungo la navata destra; la quarta più propriamente espositiva, centrata sugli oggetti della produzione artistica, che occupa la navata centrale.

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The present Ceramics Museum has been realized thanks to the funds of the European Community, with a contribution of Lazio region and the province Viterbo. A precious contribution to the realization of museum was also given by local studios and potters, member of A.C.A.S, especially the older ones, who have collaborated with affectionate passion. The documentation matches classical sources like objects, photos, archive documents, with oral, recorded and filmed testimonies. This Museum exists since 1995 and is temporarily placed inside the Petroni – Andosilla Palace. At the moment the Museum is situated inside the former church of S. Giorgio, dating back to the beginning of 14th century. The church was restored and changed its original Romanic features. It was abandoned in 1898, it was then recovered in 1915-1916 in order to house the Royal Professional School of Ceramic Art. The history of ceramic work is essential for the collective memory of Civita Castellana: the Museum can be a wealth for old and new generations, a real heritage for the whole community. The Museum route has is horse-shoe shaped, i.e. you’ll walk along the building perimeter and end up in the central nave; it has four main sections: “The ceramic tradition”, “From manufacture to factory”, “Art, handicraft, industry”, and the 4th section with artistic objects in the central nave.