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Il Tornio

Strumento fondamentale per il ceramista, il tornio a pedale è costituito da due piani circolari fissati a un asse centrale girevole; realizzato in genere dai vasai stessi, era utilizzato per la tradizionale tecnica della foggiatura a mano che costituisce, insieme a quella a stampo, il sistema fondamentale nella produzione ceramica sia artistica sia industriale almeno fino agli anni ’50 del Novecento. Il torniante lavora stando seduto e, mentre con il piede spinge vigorosamente la ruota inferiore, inizia a fa scorrere sotto le mani bagnate la massa di argilla posta al centro della girella. Nella realizzazione di un vaso a questo punto, per stabilire il fondo del manufatto, conficca i pollici al centro della sfera ottenuta e, continuando a girare, ottiene un vuoto a forma di coppa di cui spiana poi il fondo con i pollici o con l’apposita stecca di legno. Riprende poi l’argilla, già in parte assottigliata, e la solleva con movimento avvolgente fino ad ottenere un cilindro; al termine, conducendo il tornio a velocità moderata, abbozza il manufatto stabilendo le sporgenze e le rientranze che lo caratterizzano. Completata questa fase, finisce il lavoro con la stecca o sagoma di legno necessaria per rendere levigata la superficie sulla quale passa poi una spugna inumidita. Infine, toglie l’oggetto dalla girella, dopo averlo tagliato alla base con un filo d’ottone. Con tale sistema un maestro esperto poteva realizzare manufatti dalle forme regolari anche di grandi dimensioni, come i vasi della circonferenza di oltre un metro torniti da Ferdinando Piergentili di cui ancora oggi molti civitonici hanno memoria. Al tornio classico si è affiancato in tempi recenti il tornio meccanico a frizione in cui alla ruota inferiore, volano, è sostituita una piccola ruota di frizione comandata dallo stesso vasaio, che in tal modo può modificare la velocità del piano superiore su cui viene modellato il manufatto. Un ulteriore perfezionamento è rappresentato dall’introduzione del “calibro” o “stecca”, ossia di una sagoma in metallo applicata ad una leva che consente di sagomare la superficie dell’argilla all’interno o all’esterno di una forma di gesso ruotante su una speciale girella porta-forma. Questo tipo di lavorazione, detta in ambito locale al “raffetto”, consentì di produrre in quantità ragguardevoli e con l’utilizzo di manodopera meno specializzata, sia stoviglie poco profonde sia cave; piatti e fondine possono essere realizzate per tornitura di una lastra di pasta deposta sullo stampo di gesso capovolto, fissato al mandrino del tornio messo in rotazione, su cui si abbassa la leva porta-sagoma che, premendo l’argilla sulla forma, produce la sagomatura desiderata; insalatiere, tazze, terrine, cui il manico viene applicato dopo, sono ottenute invece per tornitura diritta di una “palla” o di una massa cilindrica di pasta entro uno stampo in gesso.

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The lathe with pedal was a fundamental instrument for potters. It is formed by two circular plains fixed to a central rotating axis. It was created by the same potters for traditional technique of handmade molding. In the recent years potters have started using mechanical lathe with a small rub wheel, controlled by the same potter; then a metal shape applied to a lever was introduced in the lathe, in order to mould clay’s surface inside or outside a turning plaster mould. This kind of manufacture, locally called “raffetto”, allowed the potters to realize not very deep or hollow kitchenware in large quantities and without specialized workers.