Il Paesaggio
Il paesaggio di Sant’Oreste è dominato dalla Riserva Naturale del Monte Soratte, che si estende per 444 ettari sulla superficie del monte dal quale prende il nome, svettando nel paesaggio pianeggiante della valle del Tevere, tra la Via Flaminia e il fiume a circa 40 Km. a nord di Roma.
Nonostante la cima più alta raggiunga solo la quota di 691 metri, dalla sommità del monte si può ammirare un panorama unico, che va dal Monte Terminillo al Monte Amiata, fino al Lago di Bracciano e più oltre al Mare Tirreno. La composizione calcarea delle rocce dà origine a fenomeni carsici sia in superficie che in profondità. Alcune delle cavità prodotte, come la Grotta di S. Lucia, conferiscono un valore inestimabile alla Riserva. Anche la vegetazione del Monte Soratte, analogamente alle caratteristiche geologiche, si differenzia nettamente dal paesaggio circostante, formando un’entità nettamente riconoscibile.
All’interesse naturalistico la Riserva unisce quello storico-monumentale per la presenza di un percorso degli eremi che testimoniano la vocazione religiosa del sito, conosciuto sin dai tempi più antichi come la “Montagna Sacra”.
La Riserva Naturale del Monte Soratte comprende tutto il rilievo carbonatico del Monte Soratte fino a Monte Piccolo a Sud-Est (escluso il centro abitato di Sant’Oreste), elevandosi con pareti molto ripide dalla zona pianeggiante alla destra del Tevere. Il rilievo ha una forma ellittica lunga 5,5 Km., orientata NO-SE, con la vetta più alta a quota 691 metri.
Il Monte Soratte, se ora appare come un’isola terrestre nella valle del Tevere, in tempi remoti fu una vera isola del mare, quando nel corso del Pliocene tutte le zone circostanti vennero invase dalle acque marine. A testimonianza di quel periodo l’area circostante il rilievo è caratterizzata da sabbie e argille che si sono formate dai sedimenti marini.
Il massiccio del Soratte con la sua morfologia isolata nella campagna, ben rappresenta la grande isola calcarea emergente dal mare pliocenico che lambiva le falde dei Monti Prenestini e Sabini.
Il frammento antiappenninico tirrenico costituito dai Monti Cornicolani – Monte Soratte rappresenta l’ultimo lembo carbonatico presente in quella vasta porzione del Lazio nota nella letteratura geografica come Tuscia Romana.
L’area è caratterizzata da importanti esempi di carsismo ipogeo localmente denominati “meri”, impostati nella formazione geologica del “Calcare Massiccio di età Triassica (circa 200 milioni di anni fa).
La vegetazione che riveste questa montagna risulta varia e differenziata in relazione alla composizione del substrato ed alle diverse esposizioni. Prevalgono le formazioni a bosco e boscaglia. Sul versante nord-orientale più fresco si possono osservare boschi con dominanza locale di caducifoglie come il carpino nero (Ostrya carpinifolia), l’orniello (Fraxinus ornus) e l’acero minore (Acer monspessulanus) misti a specie sempreverdi come il leccio (Quercus ilex); sul versante esposto a sud-est prevale una boscaglia termofila, simile alla macchia mediterranea con leccio, acero minore, terebinto (Pistacia terebinthus), fillirea (Phyllirea latifoglia) che caratterizzano un raro tipo di comunità vegetale per la prima volta descritta sul monte Soratte.
Il complesso montuoso e l’ambiente boschivo del Monte Soratte ospita ancora diverse specie di animali. Tra i mammiferi abbondantemente presenti nella zona sono la volpe, lo scoiattolo ed il moscardino. Tra gli insettivori sono presenti il riccio, la talpa e numerose specie di toporagni. Le zone forestali presentano una ricca avifauna stanziale, nonchè di passo e migratoria. Sono presenti fra i rapaci la poiana, il gheppio, l’allocco, la civetta, il picchio verde ed il picchio rosso maggiore, oltre a diverse specie di passeriformi.
La vocazione religiosa del Soratte è nota fin dall’antichità, quando il monte si configurò come luogo di culto per eccellenza delle popolazioni preromane (Sabini, Capenati, Falisci, Etruschi). Questa peculiarità continuò anche in età romana (culto di Soranus Apollo) e nel Medioevo, quando il Soratte fu sede del monastero di S. Silvestro dove si possono ammirare affreschi di carattere votivo. A partire dal XV secolo fiorirono anche una serie di eremi ancora oggi discretamente conservati.
Agricoltura e prodotti
De.Co. (Denominazione Comunale di Origine) è il marchio Comunale che certifica la provenienza di un determinato prodotto (del comparto enogastronomico o artigianale) da un determinato territorio.
La De.Co. si pone anche l’obiettivo di dare visibilità all’opera di tutti quei produttori presenti nel territorio comunale e ai loro prodotti, spesso veramente unici e straordinari, che, a motivo della limitata estensione geografica dell’area di produzione, non sono sufficientemente conosciuti dal grande pubblico.
Inoltre la De.Co. costituisce anche una forma di garanzia per il consumatore, in quanto vale ad attestare la provenienza, la genuinità, la composizione e le modalità di preparazione dei prodotti, che vengono codificate da specifici disciplinari di produzione, stabiliti dal Comune, nel rigoroso rispetto degli usi, delle consuetudini e delle tradizioni locali.
Il conferzino nasce a Sant’Oreste presumibilmente intorno al 1500/1600. Non è possibile effettuare una datazione storicamente più precisa poiché non si trova alcuna traccia scritta e le tradizioni orali, tramandate fino ad oggi, non sanno collocare temporalmente la sua nascita”. Essendo un dolce tipico della cultura e della tradizione contadina veniva preparato per le feste e per i matrimoni.
Eventi
Festa della Montagna (due settimane dopo Pasqua)
In questo giorno tutti gli abitanti di Sant’Oreste si recano sulla montagna per partecipare alla Santa Messa, in questa giornata si usa fare una gita sul monte godendosi il panorama circostante e per vedere il lancio dei parapendio.
Madonna di Maggio (ultima domenica del mese)
Dal 1814, ogni anno nell’ultima domenica di Maggio si ripete la più che centenaria festa della Madonna di Maggio, che culmina con il tradizionale appuntamento della Fiaccolata del Monte Soratte; nei giorni precedenti vengono disposte centinaia di fasci di canne lungo una zona del monte ed alla sera, quando la processione raggiunge Piazza Mola a Vento tutte le canne vengono accese contemporaneamente offrendo uno spettacolo unico ed esaltante; fuochi fumo e fuochi artificiali si accalcano nel cielo del Soratte concludendo una giornata di grande festa.
Festa dei vicoli (mese di agosto)
In questo mese i vicoli, in festa, espongono le produzioni di artisti e artigiani locali.
S. Nonnoso (dal 1 al 3 settembre)
Festa del compatrono di S.Oreste, questa festa rappresenta uno dei più importanti appuntamenti di fine estate, caratterizzato da molte manifestazioni folkloristiche e culturali e inoltre il 3 settembre si svolge la fiera di merci e bestiame.
S. Edisto (dal 9 al 12 ottobre)
Festa del patrono di S. Oreste, caratterizzata da manifestazioni storiche tra cui il corteo storico, manifestazioni musicali e teatrali. Il 10 ottobre si festeggia l’onomastico di S.Oreste con la degustazione della Torta gigante.
Cosa e come si mangia a Sant’Oreste
Prodotti tipici del territorio di Sant’Oreste sono l’olio extravergine di oliva, il miele biologico, il formaggio, specie quello di pecora, pane e dolci cotti a legna. I piatti tipici sono essenzialmente quelli della cucina romana e contadina.
Cipolline in agrodolce
Pulire bene le cipolline, fare una miscela di aceto, acqua e zucchero, rosolare le cipolline a fuoco vivace, aggiungere la miscela, sale e bollire. Coprire e cuocere per 40′. A fine cottura, rosolare a fiamma vivace, regolare di sale e servire immediatamente.
Saltimbocca alla romana
E’ forse la scaloppina più famosa, ha una preparazione semplice e gustosa, è una fettina regolare e sottile di vitello con una piccola foglia di salvia profumata e una fetta di prosciutto crudo ben grasso, rosolata in padella con olio o burro e servita con la sua salsa al vino bianco.
Spaghetti aglio olio e peperoncino
Scaldate l’olio, soffriggetevi aglio e peperoncino sminuzzato. Quando l’aglio è dorato, salate e spegnete. Aggiungete prezzemolo tritato. Lessate gli spaghetti al dente, scolateli e conditeli caldi.
Spaghetti alla carbonara
Tagliate a quadri il guanciale e rosolatelo, mentre la pasta cuoce, sbattere uova, sale, pecorino e pepe nero; scolare la pasta, versarla nella padella del guanciale e assorbire il condimento. Versare la pasta nella pentola di cottura, aggiungere le uova, mescolare, aggiungere pepe e pecorino. Mescolare il guanciale nell’uovo in modo che la salsa prenda sapore, versarvi la pasta, il mix uovo e guanciale e servire.
Spaghetti cacio e pepe
Cuocere gli spaghetti, scaldare olio e pepe nero; in una casseruola amalgamare cacio e acqua di cottura: ottenere una crema omogenea. Scolate gli spaghetti, saltateli in olio e pepe, aggiungere la crema e saltare per due minuti: mescolare e servire spolverando con pepe nero.
Tacchino all’arrabbiata
Lavate ed asciugate le cosce di tacchino. Tagliate il lardo e mettetelo in una padella con l’olio e il burro. Tritate carota, cipolla e sedano, unite tutto al lardo e appassire per 5′. Aggiungete il tacchino e colorire, unite chiodi di garofano, sale ed evaporare con grappa; sciogliere mezzo dado in acqua e versarlo sulla carne, cuocere per 30′, aggiungete acqua se il sugo si ristringe. A fine cottura tagliate le cosce, impattate e versarvi il brodo passato al colino.
Zuppa di ceci
E’ un primo piatto nutriente e saporito, è sostanzioso e semplice da realizzare: basterà un soffritto a cui aggiungere i ceci, del brodo vegetale e della passata di pomodoro. Servire e gustare questa zuppa quando ancora calda.