Corchiano, il paese dei monumenti naturali e delle forre, vero scrigno di biodiversità, di memorie e testimonianze preistoriche, protostoriche, etrusco-falische e romane, custodisce all’interno dei suoi palazzi pubblici alcuni reperti archeologici che risalgono al periodo di fioritura del centro falisco, vale a dire tra il VI e il III secolo a.C. con l’espansione urbanistica e l’avvio della romanizzazione (241 a.C.).
Dal punto di vista storico e letterario, in questo territorio sono venuti alla luce i fescennini versus, componimenti di carattere goliardico e pungente declamati in particolare durante le feste. Gli spettacoli, dal contenuto licenzioso e diffamatorio, si svolgevano in un clima eccitato e coinvolgente. interpretati da personaggi mascherati che danzavano in preda ai fumi delle abbondanti libagioni; secondo Livio, i fescennini non sarebbero altro che una espressione di poesia popolare, caratterizzata da dialoghi rozzi e disarmonici, paragonabili alla prima drammaturgia romana.
Della loro derivazione da Fescennium, forse l’antica Corchiano, e della loro esecuzione durante le cerimonie nuziali, parlano anche Festo, Servio e Porfirione: nella storia della letteratura classica, infatti, i fescennini avrebbero ispirato la drammaturgia latina e dato origine al teatro romano.
Per una localizzazione di Fescennium e del territorio falisco, indicativi sono i versi di Virgilio (Eneide, VII, 695-697):
Hi Fescenninas acies aequo-sque Faliscos,
Hi Soractis habent arces Flavi-niaque arva
Et Cimini cum monte lacum lucosque.
Nella sala consiliare del Palazzo municipale. in una teca risistemata dai ragazzi della locale Scuola Media statale “dott. Carlo Urbani”, sotto l’attenta guida degli esperti del Gruppo Archeologico Romano, sono conservati frammenti di tegole e vasellame domestico.
Cattura l’attenzione e suscita profondo interesse “Il Fescennino”, frammento di sarcofago di età romana custodito nella sala grande del Palazzo del Comune Vecchio (Piazza XX Settembre).
Il reperto, rappresenta il mito di Enea e della fondazione di Roma: Enea, principe dei Dardani, figlio di Anchise e Afrodite, partecipa alla guerra di Troia dalla parte di Priamo; dopo la sconfitta, fugge dalla città in fiamme con il vecchio padre Anchise e il figlioletto Ascanio.
Lunghe peregrinazioni lo faranno approdare sulle coste del Lazio, dove sposerà la principessa Lavinia. figlia del re Latino.
Da queste vicende nasce e si rafforza il mito della fon-dazione dell’Urbe.
Così, nel frammento con-servato presso il vecchio municipio sono rappresentati Enea, Anchise e Ascanio, con l’eroe virgiliano che reca uno scudo raffigurante l’immagine della lupa, impegnata ad allattare Romolo e Remo; il padre Anchise, contrariamente alla tradizione, non viene riprodotto sulle spalle del figlio, ma in basso a sinistra, in ginocchio, nell’atto di cingere il piccolo Ascanio.
Nello stesso ambiente è conservato un pregevole affresco della seconda metà del XVI secolo, che ricorda la chiesa romanica dedicata a San Valentino, protettore, insieme con San Biagio, di Corchiano: la prima sede comunale è stata infatti ricavata dalla demolizione dell’antico luogo di culto e di parte dell’edificio ecclesiastico, voluta dal commissario prefettizio del tempo.
L’affresco, attribuito ai Torresani, in particolare ad Alessandro, pittore molto attivo a Corchiano e nelle comunità limitrofe, raffigura la Madonna con il Bambino in gloria tra i santi Valentino, Biagio, Valentino vescovo e Sebastiano.
Pittura contemporanea
Nella sala consiliare dell’antico palazzo comunale, trova spazio la pittura con-temporanea, per la quale è previsto I’ allestimento di una pinacoteca.
Questa sede è destinata, inoltre, all’esposizione di opere donate da artisti vincitori del concorso internazionale d’arte, un evento promosso dal Comune e curato dalla Web Art Gallery Mega Art.
A cura di Livio Martini