Ogni ceramista ha qualche suo piccolo segreto; il più delle volte esso consiste in un certo risultato ottenuto casualmente, molto spesso per uno sbaglio, rare volte con consapevolezza. Comunque, vi consiglio di fare su ogni oggetto da voi eseguito un attento esame dopo la seconda cottura, ossia, sull’oggetto smaltato e colorato, di ricordarvi come è stato eseguito, di rendervi conto del risultato e soprattutto di essere sinceri con voi stessi, ovvero di essere certi che l’oggetto è riuscito come era stato da voi pensato.
Le fabbriche che preparano per noi ceramisti i colori, le vernici e gli smalti, oggi si può dire che ogni giorno ci elargiscono una grata sorpresa, mettendo in commercio dei nuovi tipi di smalti, dei nuovi colori, soprattutto dei rossi vivi che noi vecchi ceramisti mai si sarebbe sperato di avere, benché durante la nostra dura vita di artigiani appassionati di questa arte maliosa abbiamo spesso sognato di realizzarli sui nostri cocci.
Questi nuovi tipi di smalti possono anche farci provare qualche dispiacere e delusione dandoci dei risultati negativi o molto lontani da quelli che ci si aspettava, ma il ceramista deve essere di carattere forte, deve essere tenace, non deve scoraggiarsi mai. Provare, provare e provare ancora deve, fino a quando si ottiene il risultato voluto; qualche volta esso è anche migliore di quello promessoci dal fornitore del prodotto.
Per diventare veramente bravi è necessario non essere mai soddisfatti completamente di ciò che si è fatto, cercare sempre di migliorare, perfezionarsi sempre. Purtroppo, per l’artigiano in genere, vi è sempre il problema del pane quotidiano e questo problema mette un freno all’ansia che si ha della ricerca del meglio; però, è pur vero che quando ci si può differenziare con il proprio prodotto dal prodotto comune vi è sempre, oltre la soddisfazione morale, anche un compenso pecuniario, perché le cose nuove sono sempre ricercate e meglio pagate delle cose comuni. Perciò, caro neo-ceramista, coraggio fede in te stesso e perseveranza!
Se qualche giorno il tuo pasto dovrà essere modesto perchè hai dovuto pagare il fitto della bottega, la bolletta della corrente, oppure hai dovuto acquistare dei nuovi smalti, siati di consolazione il poter accarezzare fra le «tue» mani un bell’oggetto uscito dal «tuo» forno. Nelle antiche botteghe del vasaio si è tanto sofferto, ma siine certo, si è anche gioito; ne sono prova gli stupendi oggetti di ceramica che oggi possiamo ammirare nelle vetrine dei nostri musei”.
Storia e lavorazione della ceramica – Ciancamerla -Editrice San Marco, 1958