“Il Municipio di Civita Castellana, autorizzato dal Ministero di agricoltura, industria e commercio, dava a me, con lettera in data 7 giugno 1913, l’incarico di recarmi all’estero per studiare l’ordinamento delle Scuole speciali per la ceramica.
Le brevi note che ho l’onore di presentare a cotesta On. Amministrazione sono una esposizione fedele delle osservazioni fatte durante il mio viaggio. Esse sono esposte nella forma che mi è sembrata più semplice e più razionale mettendo cioè in evidenza il carattere speciale che ogni Nazione ha dato all’insegnamento professionale della ceramica e le qualità didattiche di ciascuna Scuola da me visitata.
Seguendo l’itinerario del mio viaggio, esamino, nel primo capitolo, l’insegnamento professionale in Francia, nel secondo in Inghilterra, nel terzo, in Germania, e nel quarto, espongo alcune considerazioni sulla Manifattura Reale di Copenaghen e sulla educazione professionale della sua maestranza. Una breve Conclusione chiude queste modeste mie note […].
Conclusione
Da quanto ho esposto appare evidente la grande superiorità della Germania nel numero e nell’ordinamento didattico delle Scuole Speciali per l’arte e l’industria della ceramica. Le scuole tedesche hanno un carattere soprattutto tecnico e praticamente tecnico: l’allievo uscendo dalle scuole di Hohr, di Bunzlau, di Selb e dalle altre che io non ho visitato perché hanno, in sostanza lo stesso ordinamento, conosce l’industria nelle sue varie fasi di lavorazione, nelle sue difficoltà e sa lavorare bene. Egli ha una base di coltura tecnica che gli permette di capire rapidamente lo spirito delle varie macchine equindi la maniera migliore per ricavarne il massimo rendimento, di intendere la ragione delle operazioni preliminari di depurazione a cui è necessario sottoporre le materie prime a seconda dei prodotti che si vogliono ottenere, le qualità delle diverse paste ceramiche, i sistemi vari di cottura, il trattamento degli smaltì, delle vernici e dei colori.
Vicino a queste Scuole pratiche vi sono le Scuole tecniche superiori e i Laboratori Industriali che formano e si specializzano gli ingegneri e i chimici che si vogliono dedicare all’industria ceramica. I tedeschi hanno bene inteso la necessità assoluta dei metodi scientifici per lo studio delle questioni industriali e la ragione per cui l’industria ceramica tedesca si è affermata così vittoriosamente in pochissimi anni, non bisogna ricercarla soltanto nelle facilitazioni delle tariffe ferroviarie, nel prezzo poco elevato del carbone fossile e della mano d’opera, ma anche, e soprattutto, nella capacità tecnica degli uomini addetti alla Direzione e nella qualità della maestranza. L’industria ceramica tedesca come tutte le industrie tedesche è stata potentemente aiutata da tecnici istruiti che hanno diretto, con grande probabilità di riuscita, i primi passi degli industriali: essi hanno studiato e risolto con metodi scientifici tutti i problemi della fabbricazione.
L’intuizione del mestiere non è sufficiente, essi sono convinti della necessità delle esperienze; molti laboratori privati vivono, in Germania, del lavoro che danno loro gli industriali. Che io mi sappia, non vi sono, in altre parti, simili istituzioni e se in Francia vi è stato qualche tentativo, non credo abbia avuto successo.
Quindici anni fa, il Dr. Granger, Prof. di chimica e di tecnologia ceramica nella Scuola di Sèvres, lamentava la trascuratezza in cui era lasciata l’industria ceramica francese e faceva un rapporto con lo sviluppo, già allora notevole, dell’industria tedesca: già allora nei mercati francesi si affermavano i prodotti tedeschi. Il Governo della Repubblica ha poi molto sviluppato le sezioni di ceramica nelle Scuole Artistico Industriale Nazionali e in alcune di esse ha dato all’insegnamento un carattere veramente pratico, e ha sempre più incoraggiato la Scuola di Sèvres, ma non è bastato poiché ancora oggi come allora e forse più copiosamente i prodotti tedeschi entrano nel suolo francese. La loro resistenza e, soprattutto, il minimo prezzo li fanno preferire. Solo l’Inghilterra si trova, come già ho detto, in condizioni naturali più favorevoli ancora della Germania e se soltanto in questi ultimi anni ha pensato all’istituzione di una Scuola professionale speciale, già da diecine di anni favoriva in ogni maniera lo sviluppo dell’industria e la creazione e il progredire di quegli Istituti professionali e collegi tecnici che, impartendo insegnamenti affini alla ceramica, per la loro grande praticità, davano uomini veramente utili all’industria.
Di fronte all’organizzazione tedesca e inglese e alle iniziative francesi appare evidente la nostra inferiorità. Nulla in Italia si è fatto per l’insegnamento tecnico della ceramica. Le due scuole sorte da qualche anno in due notevoli centri ceramici hanno un troppo esiguo bilancio per sostenere le spese degli insegnamenti e delle esperienze e troppo insistono su antichi metodi di riproduzioni artistiche. Vi sono le Scuole artistico-industriali ma i giovani che escono da essi non sono che semplici decoratori completamente ignoranti delle esigenze dell’industria, delle difficoltà della fabbricazione e della decorazione. Essi hanno la smania di voler fare delle opere d’arte e spesso non riescono; fanno il loro tirocinio a intuito e sono gli insuccessi di fabbricazione che li istruiscono.
Se essi potessero avere una coltura tecnica, questi insuccessi potrebbero evitarsi; e se, d’altra parte, nelle nostre Università o nei nostri politecnici vi fosse un corso speciale per l’industria ceramica con laboratori ben forniti, sarebbe di molto sollecitata la creazione e assicurato lo sviluppo di una industria ceramica nazionale.
I laboratori industriali speciali e le Scuole di Hohr, di Selb e le altre hanno enormemente aiutato l’industria germanica.
Come queste Scuole, adattate, s’intende, alle esigenze locali, dovrebbe essere ordinata la Scuola professionale che sorgerà a Civita Castellana. Essa col suo laboratorio deve guidare e assistere i fabbricanti, specie locali, e cogli insegnamenti, eminentemente pratici, deve fornire una maestranza provetta. Gli allievi debbono avere una cultura scientifica elementare e debbono, soprattutto, lavorare e produrre nelle officine della scuola prima di andare negli stabilimenti e solo quando hanno conosciuto e capito le difficoltà varie di fabbricazione dovranno abbandonare la Scuola.
I laboratori e le officine debbono essere ampie e fornite di tutto il necessario poiché è lì che si formano i futuri artefici dell’arte e dell’industria ceramica. Solo così la Scuola di Civita Castellana riuscirà nel nobile intento che si è prefisso e non solo contribuirà all’incremento e al perfezionamento dell’arte e dell’industria locale che ha pur antiche e belle tradizioni ma sarà il primo esempio di quelle Scuole speciali che formarono e formano la fortuna dell’industria ceramica straniera e che daranno all’Italia ancora, nel mercato mondiale quel posto così glorioso un tempo.
L’insegnamento della Ceramica – Estratto dal Bollettino del Ministero dell’Agricoltura, Industria e Commercio del 9 Gennaio 1915 – Ulderico Finesi – Stampa Tipografica Agnesotti” – Relazione di un viaggio di studio di Ulderico Finesi